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Pochi giorni fa si sono chiuse le Universiadi 2019 nella mia Napoli. Come nelle Olimpiadi, anche nelle Universiadi l’atletica leggera svolge un ruolo da protagonista. Soffermandomi sulle prove di salto in alto, mi sono ricordato dell’incredibile storia di Dick Fosbury.
Ho fatto un esperimento. Trenta giorni senza social. Niente Facebook, LinkedIn, Instagram e Twitter. Trenta giorni privi di post, commenti, interazioni e like.
Ecco come è andata.
Quando si parla di personal branding e di tutti gli strumenti necessari per propagare al meglio il tuo valore di marca, un elemento sempre citato è il networking. Un processo stupendo, gratificante e produttivo che però nasconde un’altra faccia bene poco simpatica e lusinghiera.
Hai deciso di mettere in piedi una bella strategia di persona branding. Hai lavorato sulla tua visone, sul tuo obiettivo. Definito per bene la tua audience ed affilato tutte le armi promozionali. Ma come fai a capire se ti stai muovendo nel modo giusto? Come puoi misurare l’efficacia del tuo personal branding? Ecco 7 KPI fondamentali che rispondono a queste domande.
Il personal brading è ormai sulla bocca di tutti. Si fanno corsi, si scrivono libri, si dispensano video e podcast. Un’evoluzione che ha sdoganato i concetti di attenzione al cliente, web reputation ed esaltazione dell’unicità. Ma c’è una cosa che sfugge ai più che lo praticano…
Sicuramente avrai sentito milioni di volte l’antico detto “errare humanum est, perseverare autem diabolicum”. Errare è umano, perseverare è diabolico. Nel personal branding devi assolutamente stravolgere questo adagio. Perseverare è divino!