Il tuo lavoro lo farà un robot. A meno che…

Come difendere il proprio lavoro dall’avanzata delle macchine.

I robot stanno conquistando il mondo. Le auto si guidano da sole, i droni consegnano la merce in tempi brevissimi e donne umanoidi fanno battute sull’estinzione del genere umano. No, non vi sto narrando la trama dell’ennesimo episodio di Terminator, sto semplicemente riportando gli ultimi eventi in fatto di progresso tecnologico.

Ma tu la conosci Sophia?

Sophia è l’ultima creazione della Hanson Robotics. Può emulare più di 62 espressioni facciali. Vede, ascolta, riconosce voci e volti, sorride, si arrabbia. Vuole studiare ed imparare.
Se da un lato la creazione di questo androide non può che esaltarci per il livello notevole raggiunto dalla robotica, dall’altro fa sorgere qualche preoccupazione. Quanto tempo passerà prima che le macchine siano in grado di fare la maggior parte dei nostri lavori? E nello specifico quanto tempo passerà prima che impari a fare il tuo lavoro?

https://www.youtube.com/watch?v=biEyFWP07ig&nohtml5=False

Probabilmente ci vorrà ancora un po’ di tempo. Anni, ma non poi così tanti. I fattori che portano a questa naturale (?) evoluzione delle cose sono molteplici. Dalla riduzione di forza lavoro giovanile, alla necessità di ritmi produttivi sempre più serrati, fino, ovviamente, a logiche di profitto dalla facile comprensione.

Se un robot mi licenzia?

La domanda, come diceva qualcuno, nasce spontanea: può una macchina fare il mio lavoro? E se si, come posso difendermi? Cosa devo fare per evitare che ciò accada?
Per scongiurare questa “estinzione professionale”, possiamo individuare 4 parole chiave che ci rimandano ad altrettanti concetti di auto-difesa verso l’avanzata dei robot.

1. Empatia

Una via che porta a considerare il proprio interlocutore non come un oggetto, ma come una persona. Dotata di bisogni e necessità. Fondamentale diventa comprendere e gestire in modo consapevole le proprie emozioni, scegliendo, di volta in volta, le parole, i sentimenti e le sensazioni più adatte per relazionarsi. L’empatia è una qualità che, al momento, le macchine non conoscono. Ne avevo già parlato in un precedente articolo che ti consiglio ti recuperare se vuoi approfondire l’argomento.

2. Versatilità

Come dice Alessia Camera in un suo interessantissimo post su Linkedin

“Dobbiamo essere preparati, saltare sul treno quando passa, sviluppare una serie di competenze versatili da poter sfruttare a seconda di chi incontriamo ed essere pronti a fare 5-8 lavori contemporaneamente.”

Diversificare la propria attività, senza concentrasi su un unico settore può essere un’arma determinante. Può contribuire a renderti sempre “vivo” sul mercato del lavoro. Apprendere, imparare, approfondire, allargare gli orizzonti. Andare veloci. Mai fermarsi.

3. Creatività

Il motore delle nostre azioni. La linfa vitale che ci permette di realizzare cose sempre nuove e di migliorarne vecchie. Una macchina ragionerà sempre per schemi prefissati. Per quanto complessi non potrà mai uscirne. Noi invece si. Sconfiniamo, evadiamo. Alimentiamo le passioni. Produciamo idee.

4. Critica

Siamo critici. In senso propositivo, si intende. Critici con gli altri, ma soprattutto con noi stessi. Mettiamo sempre in discussione ciò che facciamo. Interroghiamoci. Potevo farlo meglio? La consuetudine è giusta? Andrebbe cambiata? Che benefici posso ricavarne? Analizzare con spirito critico una professione ci porterà sempre ad acquisire nuove conoscenze e nuove metodologie di lavoro, rendendoci sempre più forti ed appetibili in ottica lavorativa.

Seguendo sempre questi quattro concetti, non avrai problemi a fronteggiare l’avanzata delle macchine. Puoi stare piuttosto tranquillo. Se invece ti chiami Sarah Connor allora non resta che augurarti buona fortuna!

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