Aida ed il personal branding

“Aida! Come sei bella!” Così cantava Rino Gaetano in uno dei suoi pezzi più celebri. Tuttavia non è di quella Aida che voglio parlarti, nè della principessa etiope di verdiana memoria. Se mastichi un po’ di marketing forse avrai già capito a cosa voglio riferirmi.

Sto parlando del modello A.I.D.A. teorizzato nel 1898 da Elias St. Elmo Lewis, uno dei primissimi studiosi della pubblicità americana. Questo schema tende a sintetizzare, in una sorta di funnel ante litteram, i quattro momenti essenziali che devono caratterizzare ogni messaggio promozionale.

A.I.D.A. è l’acronimo di ‘Attenzione’, ‘Interesse’, ‘Desiderio’ ed ‘Azione’.

La fase di attenzione (‘Attention’ o ‘Awareness’) è quel momento dove il messaggio deve catturare l’attenzione del consumatore in un tempo sempre più ristretto. L’interesse (‘Interest’) è strettamente connesso all’attenzione. Ma è ulteriormente selettivo. Una volta catturato il consumatore devi riuscire ad incuriosirlo stimolandolo a passare allo step successivo. Il desiderio (‘desire’) deve nascere da un mix di componenti. Empatia, archetipi di comunicazione e necessità del consumatore devono guidare questa fase portando quest’utlimo ad identificarsi nella situazione pubblicitaria proposta. Qui il consumatore si convince di ricevere un reale beneficio dal prodotto reclamizzato. L’azione (‘action’) è la fase che chiude il cerchio e si concretizza nell’acquisto del prodotto o servizio in questione.

Anche se il modello A.I.D.A. può sembrare limitato, antiquato o per certi versi superficiale (la fase di ‘azione’ di fatto non è per niente scontata e non può essere ricondotta ad un preciso modello comportamentale) risulta molto aderente ad ogni buona strategia di personal branding. Vediamo come:

  1. ATTENZIONE Immagina di rispondere alla domanda “e tu chi sei?”. Cattura l’attenzione del tuo pubblico facendoti percepire come una presenza costante e coerente, sempre ben focalizzata sul tuo argomento di riferimento. Elabora contenuti interessanti e divertenti. Usa i colori per identificarti, un tono di voce adeguato, uno stile di immagini tutto tuo e prova a sperimentare nuovi formati e nuovi media. Evita di dire cose banali o scontate ed impegnati nello stimolare discussioni che ‘puntino’ su di te i riflettori, facendoti apparire come una persona interessante e preparata.
  2. INTERESSE Centra tutta la tua comunicazione sul concetto di utilità per il tuo pubblico di riferimento. Fornisci contenuti di valore che possano rappresentare un beneficio per gli altri. Per farlo dovrai prima capire quali sono le criticità del tuo target. Studiale, assimilale e fai capire di conoscerle bene. Tanto bene da poterle risolvere. La parola d’ordine in questa fase è personalizzare la comunicazione.
  3. DESIDERIO Se il cliente capisce che puoi davvero risolvere un suo problema, vorrà saperne di più su quello che offri. Fai capire di rappresentare un ‘rimedio’ alle criticità di cui sopra. Esponiti, condividi, regala piccole porzioni del tuo sapere. Portali a desiderare di risolvere le proprie difficoltà. Potranno farlo da soli o rivolgendosi ad altri, ma se hai lavorato bene, cercheranno prima te. Che li conosci e li capisci.
  4. AZIONE Stimola il tuo pubblico ad agire, a sceglierti. Semplifica i processi di acquisto e moltiplica i modi per contattarti. Usa recensioni di chi ha già provato i tuoi servizi per attrarre nuovi clienti. Sii sempre estremamente chiaro nel definire la tua offerta.
Il modello A.I.D.A. nel personal branding

Il modello A.I.D.A. declinato nel personal branding può essere un valido canovaccio da seguire per rendere più efficace la tua strategia, definendo al meglio la tua comunicazione, la tua proposta di valore ed il tuo target di riferimento. E adesso canta con me: “Aidaaaa…come sei bella!!

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